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Podere Sabbioni 2022 Ribona della Famiglia Marche by Ian D’Agata (94+)

Podere Sabbioni è uno di quei gioielli vitivinicoli italiani che sono in bilico proprio sull’orlo della celebrità, più o meno nella stessa posizione in cui si trovavano anche aziende come Trediberri e Tiberio una decina di anni fa. Massimo Carletti non è solo appassionato e laborioso, ma è abbastanza intelligente da ascoltare e cambiare la sua mentalità quando si rende conto di essersi sbagliato (e questo di per sé è una garanzia virtuale che avrà successo in quasi tutto ciò che sceglie di fare). , non solo vino). Molti anni fa non era così appassionato dell’uva Maceratino e del vino Ribona come lo è oggi, ma sua moglie sicuramente lo era. Lo portò ad una degustazione di vecchie annate di Ribona e si può dire che i suoi occhi si aprirono: fino a quella fatidica sera, non si era ancora reso conto di quanto potessero invecchiare i vini prodotti con uve Maceratino. I vini di Maceratino differiscono da quelli realizzati con il Verdicchio (l’altra uva superstar marchigiana ma molto più conosciuta in tutto il mondo), perché i vini di Maceratino hanno un fruttato leggermente meno evidente e una personalità austera più elegante, ma di sicuro le due uve condividono un’indole per l’età. Basti dire che da allora Carletti ha sostenuto Maceratino ed è il vino Ribona, e ora non è più così probabilmente il miglior produttore di questi vini nella regione. E quando si arriva al suo vino di punta, la Ribona della Famiglia, allora si parla di uno dei cinquanta migliori vini bianchi d’Italia.

l Podere Sabbioni 2022 Ribona della Famiglia è il migliore che l’azienda abbia mai prodotto. Potrebbe benissimo essere il miglior vino che Podere Sabbioni abbia mai prodotto, ma poiché ho assaggiato solo campioni di questo vino quando non era ancora stato ufficialmente messo in vendita (da qui il mio punteggio tra parentesi) eviterò di buttarmi giù dal proverbiale arto e aspetto di assaggiarlo nuovamente il prossimo aprile quando visiterò la cantina. Per ora quello che posso dirvi è che si presenta con un colore giallo paglierino chiaro molto carino, luminoso, ravvivato da riflessi verdi. Il naso invitante offre aromi penetranti di frutti di frutteto, lime, menta, pietrisco, fiori bianchi e camomilla. In bocca è fresco e vibrante, con una concentrazione subdola, ma con notevole eleganza e complessità nei suoi sapori di frutta bianca e minerali. Il finale è affusolato e lungo e vanta una chiarezza e un taglio non comuni. Un vino meraviglioso di rara precisione, non vedo l’ora di assaggiarlo di nuovo all’inizio della primavera. Finestra per bere: 2025-2032.

by terrorire sense di Ian D’agata

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